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Progetto Giada

PROGETTO GIADA: il bilancio idrico è positivo

L’analisi su 57 pozzi: migliora la qualità dell’acqua nelle falde delle Valli del Chiampo e dell’Agno Ma dal convegno anche un deciso invito al risparmio della risorsa idrica

Arzignano – Un continuo miglioramento qualitativo, al quale deve seguire un consumo più attento. È questo il principale risultato emerso dalle relazioni presentate al convegno “La risorsa idrica nelle Valli dell'Agno e del Chiampo. Azioni di monitoraggio e controllo del sistema Collettore", che si è tenuto lunedì 24 ottobre ad Arzignano. Organizzato dall'Agenzia Giada, AATO Valle del Chiampo, consorzio A.RI.C.A. e Provincia di Vicenza, il convegno ha presentato il bilancio idrologico dell’area dell’Ovest Vicentino. Con dati che parlano chiaro: mentre migliora la qualità dell’acqua grazie all’affinamento dei sistemi di depurazione, è necessario ridurre i consumi, soprattutto a livello industriale.
Il convegno, introdotto dal presidente dell'AATO Valle del Chiampo Stefano Fracasso e dal presidente del consorzio A.RI.C.A. Gianfranco Signorin, ha visto la partecipazione del presidente della commissione Attività Produttive della Regione Veneto Giuliana Fontanella, del sindaco di Montecchio Maggiore Maurizio Scalabrin e di Angelo Ferronato, responsabile dell'Osservatorio acque interne dell'Arpav Veneto. A chiusura dell’incontro sono intervenuti l'assessore provinciale all'ambiente Walter Formenton e l'assessore regionale all'ambiente Giancarlo Conta.
Piatto forte del convegno, durante il quale è stato presentato anche il sistema informativo di monitoraggio del Collettore che serve la zona, è stato il bilancio idrologico dell’Ovest Vicentino. Il sistema idrico sotterraneo delle Valli del Chiampo e dell’Agno è stato, infatti, oggetto di un’attenta analisi con il duplice obiettivo di valutare il grado di sfruttamento indotto dai consumi idrici derivanti dai diversi utilizzi, civili e industriali, e di analizzare l’impatto sullo stato qualitativo delle falde sotterranee da parte dei poli produttivi. E se su questo secondo fronte i risultati sono stati positivi, sul fronte quantitativo si è segnalato un eccessivo sfruttamento della falda di Almisano, che attualmente presenta un equilibrio precario: con una differenza di quasi 20 milioni di metri cubi tra la quantità di acqua in arrivo e quella prelevata. Vista la novità di questo strumento i dati ricavati sono da considerarsi preliminari: l’Agenzia Giada sta, infatti, per lanciare una seconda fase del progetto che permetterà di sviluppare un’analisi ancora più dettagliata e profonda della situazione. Il bilancio idrologico si costruisce, infatti, attraverso un’equazione nella quale intervengono diversi parametri in entrata e in uscita dal sistema idrogeologico.
Parallelamente, le analisi realizzate su 57 pozzi della zona permettono anche di tracciarne una descrizione qualitativa. Mettendo a confronto i dati attuali con quelli raccolti duranti gli anni Ottanta è stato, infatti, possibile costruire un disegno generale della situazione idrica dell’Ovest Vicentino. Quello che ne esce è una forte diminuzione dei fenomeni di contaminazione nelle falde idriche media valle del Chiampo e una sostanziale stabilità qualitativa nella zona orientale, tra Trissino e Montecchio Maggiore, area che risente ancora delle conseguenze del caso RIMAR verificatosi alla fine degli anni Settanta.
Sono tre le principali conseguenze ricavate da questi dati. La necessità di evitare gli eccessi di consumo, soprattutto quelli industriali; di integrare in modo sostanziale le politiche di conservazione delle risorse con quelle di sviluppo dei settori industriale ed agricolo; e di ridurre gli inquinamenti delle acque sotterranee. Politiche che l’Agenzia Giada intende perseguire anche grazie a un continuo miglioramento del bilancio idrico: uno strumento fondamentale, ma che necessita di essere sviluppato e perfezionato in modo da poter raggiungere livelli di analisi sempre più precisi e sofisticati.
Nella sezione documenti è possibile scaricare gli atti del convegno.



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